mercoledì 13 settembre 2017

Cetrioli

La scelta delle piante che vengono messe a dimora nel nostro orto, ricade a volte su specie non ancora coltivate, così è successo ad inizio estate 2016 per le piante di cetriolo. Complice poi il fatto che vengono vendute in confezione da 6, sono andate piantate tutte, trovandoci poi, una volta diventate produttive, a dover raccogliere cetrioli quotidianamente. C’è da dire che pur essendo gran consumatori di verdure crude, le 6 piante con la loro prolificità, superavano abbondantemente il nostro consumo giornaliero e, dopo averne comunque omaggiato amici, vicini e parenti, il nostro frigorifero risultava sempre pieno di cetrioli.
Considerato che è un ortaggio ricco di acqua, non si presta ad una conservazione cotta o surgelata, di conseguenza l’unico modo per protrarne il consumo nel tempo, sembra sia conservarlo sott’aceto.
Abbiamo quindi cominciato la raccolta dei frutti di piccole dimensioni, utilizzando per il consumo a crudo, solo gli eventuali “scappati”. Al raggiungimento di un primo seppur modesto quantitativo, abbiamo provveduto alla preparazione:

1 kg. di cetrioli piccoli
Sale grosso
Aceto
Acqua
Spezie: pepe, alloro, semi di senape

Si puliscono e si lavano i cetrioli, si pongono in un recipiente possibilmente in vetro e si cospargono di sale grosso, lasciandoli a macerare una notte.


Il giorno successivo vanno lavati, asciugati e posti nei vasi sterilizzati con le spezie; 



nel frattempo si mette sul fuoco una pentola con circa mezzo litro di acqua e mezzo litro di aceto; una volta portato il liquido a bollore, si riempiono i vasetti, avendo cura che i cetrioli rimangano coperti dal liquido;


si tappano e si coprono con un panno o una copertina in modo che raffreddino lentamente.
Da consumare non prima di 15/20 giorni.



Alla prova di assaggio  i cetriolini sono risultati belli croccanti, anche se piuttosto salati, di conseguenza per correggere il tiro, non parchi della superproduzione dello scorso anno, abbiamo voluto riprovare l’esperienza anche nell’estate 2017, ripiantando altre 6 piante di cetriolo.

Per la nuova conserva, abbiamo  diminuito un po' il sale della macerazione iniziale, evitando di coprire totalmente gli ortaggi come nella prima foto; è comunque necessario trovare il corretto equilibrio tra sale ed aceto in modo tale che i cetrioli si conservino correttamente.  

domenica 16 luglio 2017

Confettura di ciliegie selvatiche

Succede che qualche anno fa il conservatore ha trapiantato nel prato della suocera due piante di ciliegio selvatico.

Il tempo è passato e le piante sono cresciute.

Essendo le piante lasciate alla stato “brado” la produzione non è costante e nemmeno sicura. Gli eventi esterni (fitopatologie e avversità) e la fame degli uccelli del parco possono compromettere la produzione.

Generalmente la confettura si produce un anno si e un anno no.

L’annata in corso è stata favorevole e fortunata. Anno di carica e poche malattie.


Gli alberi si presentavano bene 



Armati di scala e contenitori abbiamo raccolto quante più possibili ciliegie le piante potessero offrire.

Non appena raccolte le drupe, venivano stoccate nel frigo per abbassarne la temperatura.

Poi, di corsa a casa del conservatore per iniziare a trasformare la frutta in golosa confettura.

Denocciolare circa 8 kg di bacche non è il massimo del divertimento, ma alla fine, coordinando le forze ci siamo riusciti e abbiamo ottenuto sei chili di confettura di ciliegie selvatiche.
Di seguito i necessari passaggi:
1 - pulizia e pesatura 




2 - bollitura



3 - confezionamento




sabato 27 maggio 2017

Orchidee spontanee 2017



La città di Bassano del Grappa dispone di talune zone a verde sparse sul territorio e, tra queste, anche quella denominata il “Parco del Monte Crocetta”.
A parte il nome un po’ pomposo, si tratta di una zona elevata, posta tra le colline vere e proprie e la pianura.
Il conservatore lo frequenta in primavera perché riserva sempre delle sorprese per quanto riguarda la flora presente.
Le uscite di metà aprile e metà maggio hanno confermato la presenza di una serie di orchidee già note, nonché la presenza di una new entry, sempre sfuggita all’occhio del conservatore.
Si tratta della Cephalanthera damasonium o Elleborina pallida, dello stesso genere della Elleborina bianca e forse per questo confuse. Ovvero, poiché della seconda specie il parco è veramente ricco, quando si vedono molti fiori bianchi, alla fine si corre il rischio di non guardarli con la dovuta attenzione.
Questa mattina di fiori di Elleborina bianca se ne vedevano pochi, magari si tratta di un anno “di scarica” e così ogni fiore bianco presente è stato osservato con più interesse premiando così le aspettative del conservatore.

Ecco la Cephalanthera damasonium o Elleborina pallida

E la parente Cephalanthera longifolia o  Elleborina bianca 


Seguono poi le altre :
Orchis tridentata


Listera ovata o Giglio verde


Limodorum abortivum


Ophrys insectifera



Anacamptis pyramidalis 



E per finire anche un bell’esemplare di Aquilegia che accoglie gli ospiti del parco non appena varcata la soglia dell’ingresso.