
Poiché
non era ancora stagionato al punto giusto, lo lasciammo riposare per un po’ di
tempo nella cantina della suocera.
Quando giunse l’occasione per il suo impiego in cucina, si presentò il problema della
toelettatura.
Il
coscio era veramente peloso e il pelo molto ispido.
In
prima battuta pensai di usare un vecchio rasoio elettrico e una forbice.
L’opera
di pulizia si presentava più ardua del previsto. Decidemmo per un’azione più
energica e passammo all’uso di un affilato coltello da cucina.
Il
risultato finale fu quello di ottenere un coscio pulito e un “simil-parrucchino”
da cedere a qualcuno che avesse problemi di alopecia!
Sicuramente
il costo sarebbe stato inferiore a quello di un trapianto, per contro, al suo passaggio,
tutti i cani del quartiere lo avrebbero inseguito, abbaiando furiosamente!
L’opera
di toelettatura continuò, compresa l’asportazione dell’osso femorale.
I
pezzi di carne ottenuti, sono stati in parte consumati, abbinati con verdure e
salse,
e
in parte confezionati, stesi su vassoio e sigillati in sottovuoto, quali regali
natalizi.
In ogni caso va evidenziato che il
prosciutto crudo di cinghiale presenta un propria personalità, il gusto è forte
e deciso, molto lontano dai prosciutti crudi, dolci o salati, ottenuti dai
maiali. Chi si avvicina a questo prodotto deve tenere in considerazione anche
questo aspetto, onde evitare brutte sorprese e spiacevoli conseguenze.
Per chiudere: un fatto personale
successo anni fa.
Approffitando di un ponte dovuto a una
festività, io e la moglie andammo a farci un giro in una zona a cavallo tra
l’appennino emiliano e toscano.
La notte pernottammo in una località
di cui non ricordo il nome, e al mattino, ci presentammo al bar dell’albergo
per la colazione.
L’ambiente era di quelli che ormai
non si trovano più, uccisi dalle regole (a volte giuste) legate al rispetto dei
requisiti minimi igienico-sanitari.
Da una parte c’era il bar, dietro gli
alimentari, di fianco i giornali e i tabacchi. Dopo una certa ora della notte, magari si trasformava pure in night club!
In ogni caso ero in fila e aspettavo
il mio turno per la colazione.
Davanti a me un signore, già noto al
barista, che gli chiese: "architetto, desidera il solito cappuccino di latte
scremato e la brioche integrale?".
Infatti, da sempre è a tutti risaputo
che gli architetti sono persone colte, raffinate e salutiste.
Mentre aspettavo, mi guardai intorno
e nel reparto alimentari notavo, appeso al soffitto, un crudo di cinghiale e, a
quel punto, fui illuminato come San Paolo sulla via di Damasco.
Alla domanda di cosa desiderassi per
colazione, chiesi se fosse possibile avere un panino con il crudo di
cinghiale.
Il responso del barista fu
affermativo; il medesimo però incalzando mi chiese cosa volessi da bere per
accompagnare il panino.
Guardai l’orologio e risposi: “vista
l’ora, un bicchiere di vino bianco!”.
Con la risposta credo di avere
stupito tutti i presenti. In ogni caso fu una delle migliori
colazioni della mia vita.
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