L’anno
2015 è da poco finito e, come in ogni attività, è giunto il momento di redigere
il bilancio di cosa è successo nell’arco dei 365 giorni trascorsi.
Il
titolo di questo blog inizia con il riferimento alla terra, perché è da li che
arriviamo e li torneremo, ma non nel senso immediato e comune del temine, come
ci hanno abituati a pensare (…. ricordati che sei polvere e polvere
ritornerai!) perciò tralasciate gli scaramantici gesti.
Tempo
fa, l’uomo da cacciatore/raccoglitore si è trasformato in agricoltore e sino
alla rivoluzione industriale del mille ottocento, le cose non sono cambiate di molto.
I
sapientini, allora, potrebbero puntualizzare che arriviamo dal mare, mentre i
romantici cantano che “siamo figli delle stelle” e, forse non hanno tutti i
torti.
Notizie
recenti propongono tesi, in base alle quali si ipotizza che la vita sulla terra
potrebbe essere dovuta a molecole organiche arrivate dallo spazio, portate da comete
che impattarono miliardi di anni fa sul pianeta in fase di formazione.
Da
parte sua Francis Crick, che insieme a J.D Watson propose la struttura a doppia
elica del DNA, e per questo fu insignito nel 1962 del premio nobel per la medicina,
per spiegare la vita sulla terra propose la teoria della “Panspermia guidata”.
E
mi fermo qui perché ciò non è l’obiettivo del post.
La
scarsità della superficie di terreno di cui dispongo, non mi permette di
definirmi un agricoltore, però, nel retro di casa, invece del giardino ho
preferito realizzare un microorto dove mi preparo per quel ritorno alla terra.
In
ogni caso ritorniamo ai bilanci.
Questa
immagine mostra la disposizione del terreno a maggio, dopo aver trapiantato
tutte le specie e varietà di piante che generalmente coltivo.
Poiché
il terreno è poco e allo stesso tempo si tenta di massimizzare le produzioni,
alla fine mi ritrovo con una monocoltura di solanacee, dove predominano le
piante di pomodoro.
Durante
l’estate, quando si raccolgono i frutti della terra, provvediamo alla pesatura
delle diverse specie e, semplifichiamo, aggregando le diverse varietà.
Complessivamente
abbiamo raccolto circa 130 kg. di prodotti, dove la parte da leone è stata
sostenuta dai pomodori, effettivamente numerosi.
Ecco
però riportate le piante trapiantate e le quantità raccolte:
- 44
piante di pomodoro (93 kg),
-
un centinaio di cipolle (12,7 kg),
-
24 di peperoni (7 kg),
-
4 di zucchine (4,5 kg),
-
24 di porri (3 kg),
- 9
di sedano (5 kg).
Mancavano
le melanzane, per un errore nella stima delle piante da acquistare.
Se
possibile, tipo nel pomodoro, cerco di diversificare le varietà da mettere a
dimora e, ogni anno ne provo di diverse tra quelle proposte dal garden dove
acquisto le piantine.
Le
piante di zucchine, anche se trapiantate tre volte, non hanno prodotto molto: 4,5
kg., mentre in una annata normale, con quattro piante di zucchine si possono
raccogliere oltre 20 kg. di frutti. Stesso discorso vale per il basilico che
trapiantato due volte per ottenere qualche vasetto di pesto, non ha prodotto
nulla.
In
merito alle nuove varietà di pomodoro provate, la scelta è caduta, tra l’altro,
su una varietà di pomodoro denominata “Nero di Crimea”. Pomodoro scuro e ricco
in licopene, così viene descritto.
Francamente
non sono rimasto molto contento di questa varietà per due motivi:
1) la
produzione, le piante hanno prodotto poco, tra di loro erano irregolari (una
alta una bassa), i grappoli corti e con bacche piccole. Segni evidenti che non
è stata ancora svolta quella selezione che porterà a fissare dei caratteri più
stabili e a favore della produzione;
2) il
colore, mi aspettavo un pomodoro scuro
nella fase finale di maturazione, mentre, la bacca è diventata scura, ma nella
fase di viraggio, quando un normale pomodoro passa dal verde al giallo, quindi
all’arancione e poi al rosso. Il “nero di crimea” è diventato, prima viola
scuro, poi a maturazione completa è ritornato tendenzialmente al classico rosso.
Una
volta estirpate le colture estive, talune anticipatamente causa attacchi
parassitari, ho trapiantato altri porri, del radicchio invernale (raccolti
oltre 5 kg), broccoli e verze, che aspettiamo maturino.