lunedì 21 marzo 2016

L'inverno sta finendo!



Era ora, può dire qualcuno.

Perché, era cominciato? dirà un altro.

Qual è il problema? si chiederà Capitan Mutanda*.

Ecco, la terza affermazione è quella giusta. Il problema è che nella dispensa mancano le confetture da prodursi con i frutti invernali: pere e mele, in particolare.

In prima battuta abbiamo perciò acquistato una adeguata quantità di pere e ci siamo messi all’opera.

Metà (due kg di frutta pulita) unita a noci e cannella e metà (altri due kg.) con noci e cardamomo.

Nelle precedenti confetture di pere, applicando il nostro metodo di produzione, avevamo dei problemi con il risultato finale, più estetici che qualitativi, perché non vi era una omogeneità nell’insieme finale, infatti nel contenitore vi era una specie di emulsione, con una parte che rimaneva più fluida e una parte di frutta a pezzettoni che rimaneva compatta.
Questa volta abbiamo deciso di provare a tagliare la frutta a fette sottili usando la pratica mandolina.
Il procedimento alla fine è lo stesso, comune alle due confetture, e con gli ingredienti simili.

2 kg di frutta pulita,

5-6 noci tritate,

10-12 capsule di cardamomo (si usano i semini all’interno).


2 kg di frutta pulita,

5-6 noci tritate,

1 bel cucchiaino colmo di polvere di cannella.

Come la natura nel corso dell’evoluzione, anche noi siamo andati per tentativi nell’organizzazione del cantiere lavoro. In questa fase, ma lasciamo aperte le porte a nuove soluzioni, abbiamo ritenuto che la quantità ottimale di prodotto da lavorare coincida con i due chilogrammi di frutta pulita, ovvero multipli di due.

Al fine di evitare che il piano di cottura diventi qualcosa impossibile da pulire, come nelle cucine professionali, usiamo alcune strisce di carta di alluminio per ricoprirlo per bene e ripararlo da possibili schizzi e fuoruscite di confettura.


Si inizia con il preparare i contenitori ed i tappi. Tra i vasetti ne troviamo di nuovi, acquistati appositamente, e di riciclati da altri usi. Questi ultimi sono ottimi quando regali la tua confettura e hai la quasi certezza che, per un motivo o per un altro, quel contenitore non tornerà più a casa.

Tra “hobbisti-scambisti” le cose, invece, sono diverse, ed il vasetto torna.

I vasi li riempio con un po’ di acqua perché si dovranno fare un “giro” nel microonde fino a quando l’acqua bollirà. Questo passaggio ha lo scopo principale di riscaldare il vetro e prepararlo a ricevere un composto bollente, onde evirare di sentire sinistri scricchiolii al momento dell’invasare.

Non ho certezze in merito, però ritengo che una procedura del genere incida anche nel sanificare il vaso stesso.

Questa operazione deve essere effettuata in buona sincronia con la preparazione della confettura, perché non puoi avere la frutta pronta da invasare e i vasetti freddi e viceversa.

I tappi, invece, li metto a bagno in una soluzione di acqua e metabisolfito dei potassio, questo prodotto ha lo scopo si sanificare i materiali con i quali viene a contatto.

Un po’ prima dell’uso vanno lavati e sciacquati.

Le noci sono state aperte e il gheriglio tritato finemente.

I semi di cardamomo, vengono frantumati finemente nel mortaio insieme con lo zucchero, per facilitare la rottura dei semi stessi e, contestualmente, aromatizzare anche lo zucchero.

Come anticipato la frutta è stata affettata con la mandolina al fine di ottenere fettine sottili che dovrebbero ridursi durante la cottura e amalgamarsi al meglio.

Pesata la frutta è finita nel capace tegame ed è iniziata la cottura.

Dopo un po’ abbiamo aggiunto lo zucchero, mescolato con la pectina (rapporto 2:1, ovvero due chili di frutta e uno di zucchero) e continuato a mescolare e cucinare.

Nel dubbio, la cottura è andata un po’ oltre i tempi previsti, per addensare di più il composto.
Alla fine della cottura, abbiamo aggiunto le noci e il cardamomo, nella prima confettura e le noci e la cannella nella seconda.

Per evitare che la cannella nel precipitare nella pentola si rapprenda in grumi al contatto con il vapore che sale, anche il cucchiaino di cannella è stato mescolato con lo zucchero.

Fatta la prova del piattino per la giusta densità, è iniziata la veloce opera di riempimento dei vasetti, aiutati dal capace imbuto dal “collo grosso”.
Riempiti i vasi li abbiamo collocati, momentaneamente in un tagliere di legno capovolti a testa in giù per 5 minuti, quindi sono stati posti su un altro ripiano di buon spessore, coperti con i cuscini di piumino (ottimo isolante) del divano, e lasciati a raffreddare per tutta la notte.

Se non disponete di cuscini in piumino d’oca può andare bene ogni altro materiale isolante: vecchia coperta, grosso asciugamano, ecc.
Al mattino erano ancora tiepidi e tutti avevano raggiunto il sottovuoto.

p.s. la figlia, nell’assaggiare la confettura rimasta non ha espresso un parere favorevole sulle noci. A suo avviso non “si sentono”, nel senso che non si sentono al gusto e non si sentono al tatto, inteso come quella granulosità che dovrebbe sentirsi nel trovare i piccoli pezzettini di noce.
A dire il vero, la dose iniziale doveva essere per una sola confettura, poi è stata divisa in due e la quantità dimezzata. Spero che maturando la situazione migliori. Per la granulosità effettivamente il passaggio nel tritatutto è stato eccesivo e si è ottenuto un amalgama sottile.

Pazienza. Ne terremo conto la prossima volta!




*Capitan Mutanda è un personaggio raccontato ed illustrato in una serie di libri per bambini, a metà strada tra la narrativa ed il fumetto e la frase riportata era un intercalare tipico del personaggio; da notare che abbiamo “vissuto” una vacanza durante la quale nostra figlia di 4 anni ci deliziava leggendo ad alta voce le sue avventure.



mercoledì 9 marzo 2016

Sul cambiamento climatico


Premesso che clima e meteo non sono la stessa cosa e su entrambe le materie mi reputo adeguatamente ignorante.

Va detto però che per un certo periodo sono stato un po’ conoscitore del meteo perché a seguito di un intervento chirurgico, quando il tempo meteorologico cambiava in modo repentino e improvviso, tipico dei mesi primaverili estivi, sentivo delle fitte al basso ventre che anticipavano il manifestarsi di eventi temporaleschi.

A seguito di un secondo intervento chirurgico, il fenomeno è scomparso e adesso devo affidarmi ai vari siti e applicazioni che dispensano previsioni a breve, medio e lungo termine.

In ogni caso volevo portare il mio modesto contributo in merito al cambiamento climatico.

Per il sottoscritto “il giorno dei morti” è il 19 marzo e per l’occasione scendo al cimitero per deporre qualche fiore fresco alle persone care. Acquisto un po’ di crisantemi e li integro con qualche fiore autoprodotto, generalmente narcisi.

Da qualche anno, però sono costretto a ricorrere solo al fioraio perché i miei narcisi alla data del 19 marzo sono già sfioriti.

Anche quest’anno la situazione non è cambiata, questa foto è del giorno 25 febbraio e nutro dei grossi dubbi di trovare i narcisi ancora freschi per il giorno 19 marzo!






A questo punto viene da chiedersi: perché i narcisi e le piante in genere, sono in anticipo con lo sviluppo rispetto al periodo dell’anno?

Estremizzando al massimo, si può dire che la pianta ha al suo interno un termometro e un contatore.

Il termometro rileva la temperatura esterna, mentre il contatore somma il calore o i gradi utili per lo sviluppo della pianta. Al raggiungimento di un determinato valore, diverso da pianta a pianta, questa si attiva per una determinata funzione quale: la germinazione del seme, il risveglio dal riposo invernale, l’apertura delle gemme, la fioritura, la maturazione, ecc.

Va da se, che l’anticipo della fioritura dei miei narcisi è dovuto a un inverno mite, non particolarmente freddo, che ha permesso alla pianta di raggiungere in anticipo quel valore che attiva la formazione e l’apertura del fiore.

Il perdurare di fenomeni quale l’anticipo delle fioriture o lo sbocciare delle gemme, associati alla presenza di insetti attivi anche nel periodo invernale, periodo durante il quale il freddo dovrebbe naturalmente ridurne la popolazione, sono sicuramente dei buoni indicatori che ci avvertono che qualcosa sta cambiando.

giovedì 3 marzo 2016

Disservizio

Stanchi di essere collegati ad internet a velocità di lumaca, abbiamo cambiato gestore. Il risultato? Sono stati velocissimi nell'invio della sim dati per navigare da cellulare,  è passato quasi un mese per la linea teleonica e... internet non funziona più!  Sembra che il vecchio gestore non voglia "mollare l'osso" e quindi non risulta disponibile la linea.
Portate pazienza!