Nel periodo autunnale maturano molteplici tipologie di frutti, alcuni di questi non sono particolarmente noti, sono poco comuni da reperire e rimangono in genere un po' in disparte nelle nostre tavole, ma trattati con le opportune lavorazioni, ci permettono di assaporare nel tempo i gusti e gli aromi della stagione.
Il giuggiolo è una pianta che nei nostri giardini viene coltivata principalmente per le caratteristiche rustiche e l'aspetto
tortuoso e lento nella crescita.
Nel giardino della suocera abbiamo piantato anni fa un esemplare di giuggiolo, che in autunno ci regala i suoi frutti, peccato che al momento della raccolta dobbiamo competere con i volatili approffittatori che nidificano e prolificano nei dintorni.
Un altro di questi frutti è la cotogna, detta da taluni "mela" da altri "pera", frutto immangiabile a crudo ma che regala notevoli soddisfazioni una volta cotta, come abbiamo già raccontato lo scorso anno.
Una volta raccolte le giuggiole dalla pianta della suocera, ed integrate con i generosi contributi di alcune colleghe di lavoro, abbiamo messo insieme una adeguata quantità, necessaria per attivarci e produrre alcune specialità stagionali.
Dopo aver completando l'elenco degli ingredienti necessari, con l'acquisto di cotogne e uva bianca, abbiamo iniziato la produzione di ciò che viene chiamato "brodo di giuggiole", secondo la ricetta emiliana-romagnola, diversa da quella padovana.
Rispolverate in rete le informazioni necessarie, integrate con le nostre precedenti esperienze, è iniziato il lavoraccio, che consiste nel denocciolare le giuggiole, una a una, e l'uva bianca, acino dopo acino, al tutto si aggiungono le mele cotogne ridotte a pezzetti, lo zucchero, si copre con acqua ed eventualmente con vino bianco ed il lavoro a questo punto può iniziare.
Ingredienti:
1,5 kg. di giuggiole denocciolate,
0,500 kg. di cotogne a pezzi,
0,500 kg. di acini d'uva bianca, privati dei vinaccioli,
0,400 kg. di zucchero,
succo e scorza di un limone (solo la parte gialla)
acqua e vino bianco, sino a coprire il tutto.
In un capace recipiente si pone la frutta e si ricopre con l'acqua; si porta a bollore e si lascia cuocere per circa 45'.
Una volta intiepidito il composto, si passa con il passaverdura per eliminare le bucce e ottenere una crema densa.
Si rimette sul fuoco per raggiungere la densità ottimale e poi si imbottiglia.
Nel nostro caso abbiamo prodotto due versioni di brodo e sciroppo:
- uno sciroppo dolce analcolico (solo frutta),
- uno sciroppo dolce e alcolico, con l'aggiunta di alcol alimentare (circa 25%).
Con le giuggiole rimanenti, abbiamo prodotto anche una composta (sempre con le cotogne, l'uva bianca e il limone) ed un vasetto di giuggiole aromatizzate alla grappa e buccia d'arancia.