mercoledì 18 maggio 2016

Confettura di mele e fiori di robinia

Domenica pomeriggio eravamo intenti a preparare una salsa dolce di melanzane.
Effettivamente maggio non è proprio il mese della melanzana, però, per un mistero del tutto commerciale, in questo periodo le melanzane hanno un prezzo inferiore a quelle vendute in piena estate e, di conseguenza, la salsa la prepariamo adesso.
Mentre si lavorava “alacremente”, nel naso avevo ancora il profumo dei fiori di robinia che mi aveva accompagnato nella passeggiata mattutina.
Ebbi perciò un’intuizione e pensai che si poteva utilizzare il profumato fiore della robinia per aromatizzare la confettura di una frutta neutra quale la mela.
Il primo stadio fu quello di recuperare una quantità adeguata di fiori.
Durante la pausa pranzo del lunedì, nella passeggiata post prandiale, ebbi modo di appurare che i fiori delle piante che trovavo erano già sfioriti, ad eccezione di pochi piccoli grappoli, con i quali si poteva ottenere una modesta quantità di prodotto.
Martedì pomeriggio salii sulle colline fuori porta e fui felice nel constatare come lo sviluppo dei fiori fosse in ritardo rispetto a Mestre, sede di lavoro.
Giunto sul luogo prescelto, la visione fu spettacolare, la quantità di grappoli fioriti era tale che la collina di fronte a quella dove ero salito risultava completamente bianca!
L’entusiasmo durò poco, poi mi scontrai con la dura realtà: non avevo considerato che la robinia è un albero e i primi grappoli di fiori si trovavano a un’altezza non compatibile con la mia.
Cercando e camminando un po’ trovai dei giovani esemplari e aiutandomi piegando i rami più flessibili, raccolsi una quantità di fiori ritenuta adeguata per la prova.

Due avvertenze generali:
- se potete, evitate di raccogliere i fiori ai bordi delle strade o in prossimità di luoghi potenzialmente inquinati;
- durante la raccolta dei grappoli, prestate attenzione a dove mettete le mani perché non sarete gli unici interessati ai fiori: api, cimici, formiche e altri insetti che non sono riuscito a identificare son quelli che ho trovato e, in parte, portati anche a casa!

Giunto a casa ho provveduto a stendere i grappoli per facilitare l’evaporazione dell’umidità residua. 


Successivamente, abbiamo iniziato a staccare i fiori dal grappolo e selezionato i migliori, evitando di larvarli. 

Non avendo mai prodotto nulla di simile, abbiamo ritenuto che una quantità del 10% di fiori potesse essere sufficiente per dare aroma e profumo alla confettura. Conseguentemente, 200 gr. di fiori sono finiti nel frullatore con un po’ di zucchero e di acqua per facilitare l'impasto.

Una quantità di fiori ancora chiusi li abbiamo tenuti da parte.

Quantità:
- 2 chili di mele pulite;
- 2 etti di fiori di robinia;
- 1 kg di zucchero;
- 2 buste di pectina;

Per la preparazione della confettura si procede come già indicato in altre occasioni.


Poiché mi piaceva l’idea che i fiori si potessero anche vedere, oltre che a sentirli all’olfatto e al gusto, a fine cottura abbiamo integrato la confettura con un po’ di quei fiori non sbocciati che avevamo tenuto da parte.

Assaggiando la porzione rimasta dopo l'invasatura, la confettura risultava piacevole e ricordava il miele di acacia.

I fiori rimasti, che ci spiaceva buttare, li abbiamo utilizzati con una frittata e nel risotto, dove in entrambe le preparazioni il profumo ed il gusto del fiore di robinia si sono conservati.

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