domenica 18 dicembre 2016

La nebbia agli irti colli


Qualche giorno fa pubblicai una foto su Instagram, relativa a una giornata nebbiosa immortalata anni fa in una località a sud dei Colli Euganei.
A qualcuno è piaciuta e ho quindi pensato di riproporre tutta la serie.
Il bello di Instagram è che ti puoi limitare a pubblicare una sola istantanea, di un argomento a tuo avviso interessante e ritieni che la foto sia riuscita bene.
Nel blog, invece, tutto si complica perché devi impiegare più tempo a scrivere e scrivere bene, nel senso ampio del termine.
Devi essere convincente, quasi dovessi vendere qualcosa. Cosa che nel mio caso non è!
Ma, ritorniamo, però, alle nebbie di una volta.
Alla domenica mattina, molto spesso inforcavo la Lambretta (chiamata dagli amici Giordano) e mi avviavo verso la zona sud dei Colli Euganei. Superavo il centro abitato di Baone, salivo verso il cosiddetto passo delle “Croci”, arrivavo alla frazione di Valle San Giorgio e da li riprendevo a salire verso il monte Gemola.
Giunto nei pressi di una fontanella, denominata dai locali “Pissarotto”, sicuramente per le ridotte capacità produttive della stessa, parcheggiavo Giordano e mi avviavo a camminare per strade e sentieri.
Molta acqua è passata sotto i ponti e anche per il beccuccio del “Pissarotto” , il quale da una semplice vasca di cemento e un tubo di ferro, è diventato, forse grazie ai generosi contributi del parco dei Colli Euganei, l’opera che possiamo vedere sotto: 


45.272856, 11.683476 (per i tecnologici, queste sono le coordinate di Google maps per individuarlo).
Come premesso, una domenica mattina partii da casa con un nebbione di quelli tosti. Strada facendo, mentre salivo verso le colline, mi rendevo conto che la situazione stava cambiando.
Nebbia significa alta pressione, perciò bel tempo, per chi si trova al di sopra dei banchi nebbiosi!
Superata la soglia della nebbia, mi resi conto del particolare e dell’incantevole paesaggio che mi si parava davanti.
Feci un veloce dietro-front, tornai a casa e cercai la macchinetta fotografica. Fortunatamente era carica e vi erano ancora pochi fotogrammi nel rullino in uso. Rigorosamente in bianco e nero.
Una volta era un po’ diverso, adesso, con il digitale è tutto più semplice ed economico, si possono fare foto non solo con la fotocamera, ma anche, e soprattutto, con il telefonino, il tablet e chi più ne ha più ne metta.
Per concludere, giunto sul monte Gemola, dagli spazi di Villa Beatrice immortalai queste immagini che vi propongo, in ordine rigorosamente casuale, di colli che diventano scogliere o isole in un mare di zucchero filato.
Buona visione. 











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