Stamattina, mentre in auto accompagnavo
mia moglie ad un appuntamento, si stagliava sul cielo azzurro, reso più limpido
da un’aria fresca e frizzantina (-3°), una bella scia bianca lasciata da un
aeroplano che transitava da sud verso nord.
Spontaneo fare un’ironica
allusione a quanto nella rete e non solo (pensiamo alle dichiarazioni e
interrogazioni fatte in parlamento da taluni nostri rappresentanti) si va
dicendo in merito alle scie lasciate dalle macchine volanti.
Per confermare che il fenomeno
delle scie aeree non è cosa recente, raccontai alla moglie un aneddoto
giovanile, degli anni 60 del secolo scorso.
Da bambino frequentavo la
parrocchia e, come molti ragazzi nati all’ombra del campanile, ero anche
impegnato come chierichetto.
Un bel giorno, in parrocchia,
arrivò un nuovo sacerdote, lo chiameremo “don Giovanni” (nome di fantasia
operettistica).
Questo signore era una delle
prime persone, alla comunità note, che aveva subito un intervento all’intestino
e circolava con una sacca esterna che conteneva qualcosa sulla quale non è il
caso di indagare.
Forse per i postumi
dell’intervento, forse per una cattiva igiene personale, era difficile non
percepire la sua presenza.
Un bel giorno, al suo passaggio,
un carissimo amico esclamò:
“quando passa un aereo lascia la scia
per cinque minuti, quando passa don Giovanni, lascia la scia per mezz’ora!!”
Quindi, niente di nuovo
sotto il sole!
p.s. la foto è relativa
alle scie chimiche, per le scie fetide, che sono più pericolose, ci stiamo
attrezzando 😊😊😊
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