venerdì 9 dicembre 2016

Scie chimiche e scie fetide



Stamattina, mentre in auto accompagnavo mia moglie ad un appuntamento, si stagliava sul cielo azzurro, reso più limpido da un’aria fresca e frizzantina (-3°), una bella scia bianca lasciata da un aeroplano che transitava da sud verso nord.
Spontaneo fare un’ironica allusione a quanto nella rete e non solo (pensiamo alle dichiarazioni e interrogazioni fatte in parlamento da taluni nostri rappresentanti) si va dicendo in merito alle scie lasciate dalle macchine volanti.
Per confermare che il fenomeno delle scie aeree non è cosa recente, raccontai alla moglie un aneddoto giovanile, degli anni 60 del secolo scorso.
Da bambino frequentavo la parrocchia e, come molti ragazzi nati all’ombra del campanile, ero anche impegnato come chierichetto.
Un bel giorno, in parrocchia, arrivò un nuovo sacerdote, lo chiameremo “don Giovanni” (nome di fantasia operettistica).
Questo signore era una delle prime persone, alla comunità note, che aveva subito un intervento all’intestino e circolava con una sacca esterna che conteneva qualcosa sulla quale non è il caso di indagare.
Forse per i postumi dell’intervento, forse per una cattiva igiene personale, era difficile non percepire la sua presenza.
Un bel giorno, al suo passaggio, un carissimo amico esclamò: 
“quando passa un aereo lascia la scia per cinque minuti, quando passa don Giovanni, lascia la scia per mezz’ora!!”

Quindi, niente di nuovo sotto il sole! 


p.s. la foto è relativa alle scie chimiche, per le scie fetide, che sono più pericolose, ci stiamo attrezzando 😊😊😊
 

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