martedì 29 settembre 2015

La crema del passero affamato

Come in ogni blog che si rispetti iniziamo a raccontare qualcosa che vada oltre il semplice elenco degli ingredienti, altrimenti si rischia di diventare come il farmacista che mette a punto un preparato galenico.
Si parte da un antefatto: negli organi di informazione molto spesso di legge o si sente dire: non ci sono più passeri, dove sono finiti tutti i passeri!
Senza peccare di presunzione mi sento di dare una risposta al quesito.
I passeri sono tutti a casa mia, dove si fiondano quotidianamente nel micro orto per divorare quanto trovano di commestibile e facilmente becchettabile.
La difesa nei loro confronti è passiva e consiste nel coprire le aiuole con reti. Tutto ciò che rimane scoperto è a rischio.
Recentemente i passeri hanno scoperto la bontà o le proprietà del tarassaco e pure quello si becchettano, come se fosse pianta esclusiva del mio orto, quando a pochi metri da casa inizia la campagna vera e propria.

Ciò premesso, la settimana di ferragosto ero a casa da solo e sapevo dell’arrivo di un ospite (Gigi).

Un pomeriggio sono uscito fuori di casa ed ho raccolto tutte le piante di tarassaco che trovavo, al fine di sottrarre cibo ai famelici volatili. L’ intenzione era di affamarli.

Ecco l’origine del titolo.

Alla sera mi sono attivato per preparare il solito radicchio cotto.
Ho lavato, pulito e ridotto il tarassaco, mentre in un tegame ho iniziato a soffriggere la cipolla. In un tegamino rosolava lo speck I.G.P. tagliato a pezzettini. In sequenza e in modo graduale ho unito i diversi ingredienti.


Nel frattempo preparavo una pasta da condire, appunto, con il radicchio cotto.
Mangiando la pasta, ho avuto la sensazione di aver tagliato il tarassaco in modo piuttosto grossolano, anzi, troppo grossolano.

 

Il radicchio è finito nel tritatutto con l’aggiunta di un filo d’olio per facilitare l’amalgama e ottenere una crema.
Il giorno dopo pensavo a come consumare la crema ottenuta ed al possibile abbinamento con quali componenti. Ancora pasta sarebbe stato riduttivo.
Valutata la consistenza della crema, ho optato per la preparazione di crostini, ma era ancora poco, cercavo ancora un altro elemento.
Le elucubrazioni mentali sono state lunghe, diverse e contorte, ma le sintetizzo: il tarassaco (https://it.wikipedia.org/wiki/Taraxacum_officinale qui trovate molto) è una pianta tipicamente primaverile e cos’è tipico della primavera? Le scampagnate; e cosa non manca mai in quelle uscite? Le uova sode!
E così un adeguato numero di uova sono finite nell’acqua calda.
Alla fine ecco il risultato: crostino di pane raffermo, crema del passero affamato e fetta di uovo da condire a piacimento, con due gocce d’aceto, due granelli di sale oppure due briciole di pepe.  

P.s.: la crema è ottima anche incorporata in una frittata



mercoledì 23 settembre 2015

Informazioni di servizio

Mi è stato segnalato che non si riesce a commentare.
Ora ho modificato le impostazioni e dovrebbe essere possibile l'inserimento di commenti anche da parte di chi non è registrato.
Ho eseguito delle prove scegliendo il profilo "anonimo" e funziona con il browser chrome, ma con firefox non sono riuscita ... considerate le mie modeste capacità informatiche, se qualcuno avesse dei suggerimenti sono ben accetti ;)

lunedì 21 settembre 2015

Terra

Un piccolo orto esposto ad ovest dal quale ricaviamo ciò che la stagione lascia crescere, questa è la nostra terra.

in continuo conflitto con gli amici volatili che vorrebbero trovare qui la loro dispensa



domenica 20 settembre 2015

Confettura con bacche di rosa canina

Era da un po' di tempo che a Michele frullava per la testa una preparazione con le bacche di rosa canina che avevamo assaggiato a casa di una cara amica.


L'ispirazione era partita dalla ricetta stampata
sopra uno strofinaccio da cucina della sua mamma.

Il problema era procurarsi le bacche.....



Ringraziamo Marica che ha rischiato la vita in montagna per recuperare i frutti. ;)




La ricetta originale:

Mettere le bacche, pulite dal picciuolo a bagno nel vino rosso. Poi scolatele e mettetele in un tegame con uguale peso di zucchero, scorza di limone e due chiodi di garofano. Caramellarle e poi aggiungere vino, lasciare evaporare e versare nei barattoli.


Il lavoro maggiore consiste nella preparazione delle bacche, dalle quali abbiamo asportato i semi e la peluria che li avvolge.

Li abbiamo messi in ammollo nel vino e, rendendoci conto che in sospensione rimaneva ancora peluria dei semi, abbiamo provveduto a scolarli e filtrare il vino, per poi ripetere l'operazione un altro paio di volte.

Nel mortaio abbiamo polverizzato tre chiodi di garofano assieme ad un po' di zucchero, tritato la buccia di limone e mescolato il tutto con le bacche e lo zucchero rimanente, portato ad ebollizione e cotto per circa 10', aggiunto poi il vino e terminato la cottura.







Ecco il risultato finale!


martedì 1 settembre 2015

cipollotti in olio e aceto

Cominciamo dalla fine, cioè dagli ultimi vasetti preparati ieri.
Dal piccolo raccolto di cipolle del nostro orto, abbiamo selezionato i bulbi della varietà "rossa lunga di Firenze".
Abbiamo messo a bollire due bicchieri di olio extravergine di oliva e due bicchieri di aceto bianco, un paio di rametti di rosmarino e sale, aggiunto i cipollotti (i più grossi tagliati a metà), aggiunto dopo 4' alcune foglie di basilico fresco e sbollentati un altro minuto.
Abbiamo riempito i vasi sterilizzati e ricoperto il tutto con i liquidi di cottura.