martedì 28 marzo 2017

Valter Longo e le sue diete. Parte 2°

La dieta della longevità.

La prima parte del libro di Longo, è relativa alla dieta della longevità. L’argomento è accattivante perché stimola in noi quel desiderio di “immortalità” che da sempre l’uomo va cercando, ricorrendo alla formule più disparate: dal romantico patto col diavolo, alla scientifica ibernazione.
Chi non vorrebbe vivere più a lungo possibile e, addirittura, in salute?
Se una semplice dieta ci fa vivere sino a 110 anni, perché non provarla?
Questo deve aver pensato la collega del conservatore quando disse al marito “leggi il libro e dimmi cosa devo preparare”.
Una volta letta la prima parte del libro, ci si rende conto che la cosa è un pochino più complessa dell’immaginato.
Da quando nel nostro parlare è entrato il vocabolo dieta, noi l’abbiamo sempre associato al cibo e, in particolare, al termine dimagrante, dieta = dieta dimagrante.
Senza scomodare i greci e i latini per l’etimologia della parola, il significato della parola dieta è più ampio ed è riconducibile allo stile di vita, quindi non solo cibo e non solo per un limitato periodo di tempo.
Scordiamoci, quindi, le famose due settimane a solo minestrone per poter fare la prova costume!
Longo mette nero su bianco quello che dobbiamo fare per aumentare le nostre aspettative di vita e la possibilità di diventare centenari. Tutto quello che scrive e propone è frutto di studio, osservazioni “sul campo”, esperienze di laboratorio e prove su volontari.
Ogni sua tesi è stata validata anche da altri studiosi e ricercatori.
Alla fine, anche per sua ammissione, ci si rende conto che le variabili in gioco sono moltissime e non è detto che ci siano certezze e garanzie. Per esempio, la possibilità di diventare centenari è legata anche al fatto di aver avuto degli avi longevi, nel caso contrario …….
Torniamo però alla dieta e a quanto il conservatore ricorda, tenendo a mente che la sua è solo personale sintesi e può essere fallace; per approfondimenti: leggere il libro.
La dieta della longevità si basa su “cinque pilastri” uno di questi riguarda proprio il cibo.
Il regime alimentare previsto da Longo è riconducibile a una dieta con base vegana (quindi niente carni, uova, latte e derivati), nella quale, però, è previsto il completamento con pesce per l’integrazione degli omega tre e sei.
Se alla dieta vegana qualcosa si aggiunge, attenzione che qualcosa pure si toglie: si riducono gli zuccheri, anche quelli naturalmente presenti nella frutta, e si riducono pure le proteine che dovranno essere circa 0,7-0,8 g. per chilo di peso corporeo, escludendo, dal conteggio del peso, l’eventuale quantità di grasso presente, poiché questo non abbisogna di proteine.
In pratica ci troviamo di fronte a una dieta sia a restrizione calorica che proteica.
Nella parte finale del libro, Longo propone anche un possibile piano dietetico con diversi abbinamenti e combinazioni tra alimenti.
A una veloce lettura, il conservatore ha colto delle incongruenze nelle ricette perché talune prevedono anche parmigiano reggiano, feta greca e yogurt di capra e si chiede: non erano esclusi latte e latticini?
Altro pilastro della dieta della longevità è l’esercizio fisico, il quale per essere efficace richiede un impegno costante, una determinata frequenza e durata e una certa intensità.
Poiché siamo in un regime dietetico ipoproteico, le proteine (sia ben chiaro di origine vegetale) devono essere assunte non a caso, bensì in determinati e precisi momenti, ossia 1-2 ore dopo un sforzo fisico intenso.
Andando avanti con le indicazion, leggiamo che non sarebbe male consumare due pasti al giorno, più uno spuntino, concentrati in 12 ore, quindi colazione alle 8 di mattina e cena entro le 20 di sera, poi vuoto per lo stomaco sino al mattino seguente.
Inoltre, ottimale è andare a letto 3/4 ore dopo la cena.
Riassumendo, se il conservatore va in palestra alle 20 di sera e se ne esce alle 22.00, dovrebbe cenare dopo circa due ore (24.00), poi dovrebbe aspettarne altre tre prima di andare a letto (03.00), ne consegue che il giorno dopo deve saltare la colazione per poter rispettare le 12 ore di vuoto o riposo per lo stomaco, a questo si aggiunga che la sveglia a una qualche ora suona per andare al lavoro!
Alla fine, il post ha lo scopo di ammettere che la dieta della longevità è di difficile applicazione per il conservatore, il quale, per onestà, ammette di essere onnivoro e preferisce rimanere tale (a patto che non insorgano in futuro particolari situazioni di salute o altro).
In ogni caso, come spesso è già successo, il conservatore cercherà di applicare ciò che è compatibile con il suo stile di vita. Nel concreto il conservatore consuma la colazione circa alle 8 del mattino e generalmente la cena termina alle 20 circa, soprattutto nel periodo invernale. Qualora la cena ritardi e si vada dopo le 20, il conservatore ritarderà la colazione del giorno successivo, al fine di mantenere quel vuoto di 12 ore, inoltre, il medesimo cercherà di assumere buona parte delle proteine col pranzo domenicale, ossia dopo che ha effettuato la solita passeggiata di intensità più o meno forte.
In chiusura il conservatore evidenzia quanto scritto da Longo in merito agli effetti della restrizione calorica nel lungo periodo per il corpo umano.
Nel suo libro cita un esperimento nell’ambito del quale alcuni volontari si erano segregati in una struttura, nella quale si doveva vivere solo con cibi autoprodotti.
Longo li va a trovare quando, dopo due anni, escono dalla struttura e cita: “erano magri da far paura e uno dei gruppi di persone più arrabbiate nelle quali io mi sia mai imbattuto”.



martedì 21 marzo 2017

Su Valter Longo e le sue diete. Parte 1°


Un giorno, durante la pausa pranzo, una collega del conservatore se ne uscì, quasi fiera del fatto, con la seguente esclamazione: “Mio marito ha acquistato un libro nel quale è descritta una dieta per conseguire la longevità! Io gli ho detto: leggilo e dimmi cosa devo preparare!” e, conoscendola avrà usato un tono un po’ imperativo ...
L’argomento dieta, mentre sei intento a consumare il frugale pasto quotidiano, non è dei più azzeccati e tutto si chiuse lì, senza commento alcuno.
Il conservatore qualcosa aveva intuito, ma senza particolari stimoli e basi solide con le quali argomentare, preferì lasciar cadere tutto nel vuoto.
Passò il tempo e il conservatore trovò nel blog di una rivista scientifica, seria, un articolo che commentava positivamente i contenuti del libro del dott. Valter Longo.
Fatta una stampa dell’articolo, il conservatore la portò alla collega affinché lo leggesse per avvalorare la scelta fatta nell’acquisto, ma anche in questo caso non ci furono ulteriori argomentazioni. 
Il giorno seguente, la stessa collega gli porse il libro di Longo e disse: “Leggilo e dimmi cosa ne pensi”.
Messo il libro nello zainetto, lo stesso rimase lì fino a quando la sua lettura iniziò nel corso dei trasferimenti in treno.
Durante la prima lettura, il conservatore si accorse che all’interno del libro era già presente un segnalibro, grossomodo a due terzi del volume. La prima sensazione fu che l’originario lettore si fosse fermato lì, senza andare oltre.
Il testo del libro è scorrevole, ma le materie e gli argomenti trattati sono tosti e meritevoli di essere studiati, non letti.
Da parte sua il conservatore, lo ammette, ha usato le tecniche di lettura veloce. Il suo segnalibro è arrivato poco dopo a quello già presente (alla fine scoprirete il perché). Al bisogno è ritornato indietro per una rilettura e si è fatto copia di due o tre argomenti ritenuti interessanti.
Ciò premesso, il conservatore inizia a leggere il libro dal titolo “La dieta della longevità”. Le pagine scorrono veloci, i capitoli anche, poi succede qualcosa, taluni concetti sembrano ripetersi, diventare ridondanti. Forse viene applicato il “repetita iuvant” dei latini, per meglio imprimere nelle nostre memorie i contenuti? 
Niente di tutto questo, forse si può dire che la copertina del libro è ingannevole perché cita quale titolo: "la dieta della longevità", poi, nella medesima copertina, si fa riferimento alle staminali, all’invecchiamento, al vivere sino a 110 anni e alla dieta mima digiuno.
Anche con l’aiuto di alcuni spunti del web, il conservatore ha finalmente dedotto che il libro di Longo non contiene una dieta, bensì due, ossia:
1 - la dieta della longevità,
2 - la dieta mima digiuno.
Le diete sono diverse sia nei contenuti, sia negli obiettivi, si possono praticare entrambe, perché complementari, oppure no. 
Con questo post e i successivi, il conservatore intende solo “raccontare” gli esiti della lettura del libro, delle sue riflessioni e dell’esperienza fatta. 
Se qualcuno si aspetta di più, si consiglia di acquistare il libro e studiarselo.

sabato 11 marzo 2017

Piada di primavera



Al conservatore il tarassaco piace. Piace come specie vegetale nelle sue diverse forme e fasi fenologiche e vegetative, sintetizzate nella pirofila che colleghi di lavoro gli hanno regalato per il matrimonio:




Il tarassaco, va ricordato, è buono in cucina e ricco di proprietà benefiche e salutari.
Ciò premesso, sabato la moglie si è recata nell’orto e ha pensato bene di raccogliere le piante presenti che, superato l’inverno, stavano per esplodere in quella grande festa di colori e profumi che la primavera ci regala.
Il destino della parte edibile era ormai segnato e, dopo un ripetuto bagnetto per eliminare ogni traccia di impurità, la stessa, ridotta a dimensioni adeguate, è finita nel soffritto di cipolla all’uopo preparato.

 




Dopo un appropriato tempo di cottura, il tarassaco era pronto per essere consumato nelle diverse declinazioni.




Quale variante ai soliti abbinamenti, il “Conservatore”, al ritorno da una giornata di lavoro, si è preparato la “Piada di primavera”.
Ingredienti:
1 - piadina romagnola classica (con strutto),
2 - tarassaco cotto,
3 - trucioli di formaggio locale “giovane”.


Preparazione: nella pratica piastrina iniziare a scaldare la piada, nel frattempo riscaldare il tarassaco (se freddo da frigo), successivamente depositare un soffice materasso di tarassaco sulla piada e continuare a riscaldare i due alimenti.


Aggiungere una copiosa nevicata di trucioli di formaggio fresco e continuare a scaldare l’insieme per generare una soluzione di continuità che vada a permeare l’intero volume del materasso di tarassaco.


La preparazione ottenuta, va consumata, accompagnata con un buon bicchiere di vino rosso.



Buon appetito!